IL NOSTRO FOTOGRAFO: TIZIANO TRESOLDI

Come non parlare del nostro fotografo, quasi tutte le immagini di questo sito sono dovute alla sua capacità ed esperienza. TIZIANO è un Cavenaghese puro sangue, nato e vissuto in questa bella cittadina. Nella sua vita non è stato fotografo  ma un dirigente, esperto in logistica per grandi soc. multinazionali.

Girando il mondo, senza mai dimenticare la famiglia, ha vissuto la lontananza dalla patria, il suo spirito di ALPINO lo ha sempre aiutato nei momenti di tristezza. Oggi parte integrante ed importante del Gruppo  Cavenago di Brianza  continua la sua vocazione di fotografo. Il gruppo di Cavenago di Brianza con questa nota, vuole  ringraziarlo e riconoscergli  l'apprezzamento che giustamente merita. Grazie Tiziano i tuoi  fratelli del gruppo 




Santa Messa in Onore dei Caduti 14 dicembre 2014

 

É notte. La pioggia martella le imposte. Porca miseria, domani piove! Vado? Non vado? Ma come non andare? Sono un ALPINO e domani si commemorano i nostri, che sono andati avanti. Come non andare? Impossibile!

Sveglia tragica prima dell’alba e ... sorpresa: non piove! Forse qualcuno lassù ci ama.

Adunata davanti al bar; quattro parole, poi di corsa alla metropolitana: non dobbiamo ritardare. In stazione, Alpini di altre sezioni; un saluto veloce, poi via, verso il Duomo. Il tragitto sembrava non finisse mai: dobbiamo arrivare in tempo per la sfilata in piazza Scala. Finalmente! Alpini da tutte le parti, il sagrato si stava popolando di nostri fratelli d’arma che provenivano da tutta Italia. Ciascuno con il suo cappello, il viso fiero, il cuore felice di ritrovarsi a dispetto del tempo. Penne bianche, memori del comando, si aggiravano guardando i loro alpini; nel cuore la fierezza di aver contribuito alla loro formazione, la certezza di non aver vissuto invano. Si Comandante! Le penne nere sono li come allora, più maturi, con qualche acciacco, con le pastiglie nelle tasche, ma il loro cuore non conosce stanchezza, solo riconoscenza.

La parata dalla Scala è partita, la prossima volta saremo più veloci!

Attendiamo il suo arrivo nel sagrato. Dopo poco. eccola spuntare! In testa i labari pieni di medaglie ed una selva di gagliardetti seguiti dalle penne nere, ordinate, marziali. Lo speaker annuncia gli ingressi. Tutto in ordine, alza bandiera, inno di Mameli e rassegna del generale comandante in capo delle truppe alpine. Serio, marziale, la mano tesa al cappello, passo veloce ma non rapido, certamente in cuor suo pensava “Sono proprio felice di essere il loro comandante! Ma che grande responsabilità! Non dovrò mai deluderli”.

Ingresso in Duomo: tutti ordinati, ben guidati dai responsabili della gestione; in poco tempo il Duomo è pieno. Inizia la funzione: poche parole sugli Alpini, quasi nulla e molte su San Giovanni Battista. Vero, San Giovanni il Battista è più importante degli Alpini Andati Avanti, ma di San Giovanni il Battista sappiamo quasi tutto. Noi siamo venuti a pregare per i nostri Alpini! Costava davvero cosi tanto, almeno per una volta, parlare di loro, delle loro sofferenze, del loro sacrificio, del loro amore per Dio e per la Patria? Pazienza! Forse la prossima volta dirà messa don Graziano: “lui si che ci capisce!”.

 

Terminata la funzione, inquadramento e marcia al Sacrario per deporre la corona di alloro. Ecco! In questi momenti riceviamo l’abbraccio di Milano: lungo tutto il percorso, ali di gente comune che ci ammirava, che sentiva lo scambio di amore tra noi Alpini e loro. Ad un balcone vediamo tra le braccia della mamma un bimbo, piccolo piccolo, con il ciuccio in bocca ma sulla sua testolina un cappellino da alpino con la sua bella penna nera. Malgrado fossimo inquadrati non abbiamo resistito dal salutarlo con fervore. Poco dopo, sull'uscio di un negozio, il proprietario, non smettendo mai di batterci le mani ci urlava: “siete la nostra speranza!” Avrei voluto uscire dai ranghi ed abbracciandolo, avrei dovuto dirgli: “purtroppo non possiamo essere la vostra speranza; noi non facciamo politica, noi non prendiamo posizioni di nessun genere; noi possiamo solo dare un esempio di Amore, Onestà, Altruismo e difenderti fino all'estremo sacrificio!



LA VITA, LE BOLLE DI SAPONE, GLI ALPINI

Molti anni fa, incontrai un grande mago, vecchio, con la barba ed i capelli bianchi come la neve; sprigionava saggezza al solo guardarlo ed i suoi occhi mandavano una luce di dolcezza.

Approfittando dellincontro, gli feci una domanda importante:  Saggio mago, cosa è la vita?”.  Lui mi guardò ed abbozzando un dolce sorriso rispose : La vita è come la bolla di sapone:  per vivere servono le stesse cose che servono per fare le bolle. Prima di tutto, l’acqua   che deve essere pura cosi come la forza vitale che vi è in noi; ad essa aggiungiamo il sapone: per dare elasticità e sapienza come nella vita fa la scuola; lo zucchero : che vita sarebbe senza un po di zucchero che addolcisca le cose e che dia energia?

Ma non è tutto: servono ancora alcune cose: l’olio per creare un velo protettivo e nella vita guai a non averlo! In ultimo, la colla : per tenere assieme tutti gli elementi, come nella vita fa la famiglia che tiene assieme tutto ciò che siamo. Ed ora potrai vivere, come la bolla di sapone. Pazienta prima di prendere il volo e ricorda: verrai portato dal vento, non potrai opporti e come nella vita, se avrai fatto la giusta composizione, volerai alto nel cielo; il sole ti regalerà mille colori ed alla fine, come la bolla, scoppierai diventando mille goccioline che cadranno al suolo trasformandosi in una nuvola”.

Insegna dunque ai tuoi bimbi come fare le bolle di sapone! Aiutalo a farle volare nel cielo e se credi, raccontagli la storia della vita, del grande mago.  

 

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